Galleria Lupacino
Km 57+915
7515,00 m
Dati statistici:
- Scavi eseguiti............................................................... mc 400.000
- Murature di rivestimento.............................................. mc 150.000
- Mano d’opera impiegata (giornate-operaio)..........................674.000
- Somme spese per la costruzione ............................. L. 4.500.000.000
- Murature di rivestimento.............................................. mc 150.000
- Mano d’opera impiegata (giornate-operaio)..........................674.000
- Somme spese per la costruzione ............................. L. 4.500.000.000
Il tratto di linea che collega la stazione di Piazza al Serchio con la stazione di Minucciano – Pieve – Casola è di fatto l’ultimo tronco per il completamento della ferrovia Lucca – Aulla; dei suoi 8326 m totali 7515 m sono coperti dall'opera più grandiosa di tutta la tratta: la galleria di valico di Monte Lupacino.
La galleria si sviluppa per la quasi totalità in rettifilo con una pendenza massima del 19,89 per mille, per rendere il più possibile efficiente l’approvvigionamento dei materiali e dei macchinari occorrenti per i lavori di costruzione e abbassare il costo di costruzione, vennero prima ultimati i due tratti che facevano capo alle due avanzate: Castelnuovo Garfagnana – Piazza al Serchio (Km 13) e Monzone – Pieve San Lorenzo (Km 7).
Per facilitare le operazioni di scavo oltre che agli attacchi dai due imbocchi venne preventivamente costruito un attacco intermedio mediante un pozzo inclinato, fu dato maggior incremento ai lavori sul versante Pieve San Lorenzo in modo da realizzare la perforazione in ascesa e operare nelle condizioni di scavo più favorevoli sia per il trasporto dei materiali di avanzamento che per l’eliminazione delle acque di sorgiva e di infiltrazione/deposito.
Nel più importante cantiere di lavoro, quello allestito a Pieve San Lorenzo, fu edificato un edifici in cemento armato “il Capannone” con pianta 20 X 13 m necessario, oltre all'officina per l’installazione degli impianti di compressione ,di ventilazione, di carica batterie e dei trasformatori elettrici.
I complessi di ventilazione erano costituiti da due ventilatori da 6 mc/sec. azionati da motori elettrici; uno di servizio continuo l’altro, collegato in parallelo, per i momenti di punta o in caso di emergenza. L’aria soffiata dal/i ventilatore/i veniva convogliata all'interno della galleria mediante tubi in lamiera metallica con diametro variabile da 400 a 1000 mm.
Man mano che lo scavo si addentrava sempre di più nella montagna si dovette ricorrere da una ripresa di spinta installando, in apposita cabina in muratura, un ventilatore centrifugo Sulzer che garantiva giusto flusso e pressione per una discreta ventilazione sino alla progressiva d’incontro al Km 3+770.
Per l’alimentazione dei martelli perforatori vennero installati, per entrambi i versanti, due compressori: uno da 25 mc/min. d’aria di servizio e uno da 10 mc/min. di riserva, all'uscita dai compressori e intervallati lungo il percorso in galleria erano installati dei serbatoi polmone di capacità variabile da 2 a 5 mc.
Nel versante Lucca, tratto in contro pendenza, per smaltire le acque di infiltrazione furono installate diverse elettropompe che a pieno regime riuscivano a portare fino a 40 l/sec.
I materiali di approvvigionamento arrivavano sia su trasporto gommato che tramite ferrovia e venivano in parte stoccati nei magazzini esterni e in parte trasportati direttamente nel traforo mediante vagoncini.
La natura del terreno non consentì l’attacco a piena sezione degli scavi, vennero adottati i sistemi tradizionali scavando prima i cunicoli di avanzamento e successivamente gli allargamenti.
L’ordine dei lavori seguito per la quasi totalità degli scavi fu il seguente:
- scavo del cunicolo d’avanzata inferiore,
- scavo del cunicolo d’avanzata superiore,
- allargamento della calotta con relativa costruzione del rivestimento,
- scavo di strozzo,
- scavo dei piedritti e costruzione dei relativi rivestimenti,
- scavo dell’arco rovescio con costruzione del relativo rivestimento murario e realizzazione del cunicolo di scolo acque.
Particolare difficoltà di scavo fu incontrata tra le progressive 3+360 e 3+860, in questi 500 m il terreno, formato da argille scagliose, creava forti spinte che costrinsero a far cambiare il profilo di costruzione della galleria passando da quello tradizionale a quello circolare, anche le travature di sostegno dovettero adattarsi alle nuove condizioni installando, in opera, all'interno della tradizionale struttura a telaio rettangolare l’armatura a “botte” con corona circolare avente diametro di 2,5 m e realizzata con cunei di pioppo nero dello spessore di 40 cm.
Le dimensioni interne della galleria erano quelle standard adottate per trafori aventi scartamento normale e con lunghezza maggiore a 500 m:
- altezza massima tra piano rotaie e intradosso calotta 5500 mm,
- larghezza massima al piano delle rotaie da 4600 mm a 5140 mm,
- area della luce interna da 30 a 45 mq,
- area totale di scavo compresi i rivestimenti da 40 a 65 mq.
I rivestimenti murari generalmente adottati sono stati:
calotta: muratura di mattoni forti,
piedritti: muratura con pietrame e corsi di spianamento in mattoni,
arco rovescio: calcestruzzo a 250 Kg di cemento normale, in caso di forti spinte muratura di mattoni.
In alcuni tratti attraversanti terreni compatti, l’intera sezione era costituita in calcestruzzo di cemento normale, la dosatura era di 300 Kg per la calotta e 250 Kg per i piedritti.
Gli spessori della calotta variavano in base alla sezione impiegata e normalmente andavano da 0,5 m ad 1 m; quello dell’arco rovescio e stato quasi costantemente di 0,4 m con rare eccezione di 0,5 m.
In diversi tratti della galleria fu necessaria l’impermeabilizzazione della calotta mediante specifiche malte e cunicoli di drenaggio posti lungo i fianchi, le due zone dove si resero più necessari gli interventi furono le aree in corrispondenza dell’ attraversamento della galleria del rio Gragnana (lato Lucca) e del fosso Malandrone (lato Aulla) dove per limitare al massimo le infiltrazioni furono costruiti nel letto delle acque appositi piastronati.
Come in ogni lavoro di grande mole e di difficoltà di realizzazione, anche per la costruzione della galleria Lupacino, si verificarono dolorosamente diversi infortuni di cui purtroppo sette furono mortali. Nella costruzione del traforo persero tragicamente la vita:
- SPINETTI RENATO da Pugliano – Minucciano,
- GUAZZELLI UMBERTO da Piazza al Serchio,
- CASINI GIOVANNI da Piazza al Serchio,
- TRAGGIAI OTTAVIO da Pieve San Lorenzo,
- CLINI ALFREDO da Pesaro,
- BORGHESI VITTORIO da Piazza al Serchio,
- PEGHINI AUGUSTO da Pieve San Lorenzo.
In perpetuo ricordo dell’estremo sacrificio dei caduti nei lavori, sulle stazioni di Minucciano-Pieve-Casola e Piazza al Serchio, è affissa una lapide in marmo bianco riportante queste parole:
CON SUPREMO SACRIFICIO VIDA LUCE
NEL CAMMINO DEL LAVORO
S’IMMOLARONO NELL'ADEMPIERE
ALLA COSTRUZIONE DELLA GALLERIA
LUPACINO DI QUESTA LINEA
LUCCA AULLA
NEL CAMMINO DEL LAVORO
S’IMMOLARONO NELL'ADEMPIERE
ALLA COSTRUZIONE DELLA GALLERIA
LUPACINO DI QUESTA LINEA
LUCCA AULLA
Galleria fotografica
Lato Lucca
Lato Aulla
Galleria fotografica d'epoca
pozzo d'areazione
coordinate 44.184438 - 10.283394
Nel versante Lucca la galleria Lupacino prima di iniziare la discesa verso il paese di Pieve San Lorenzo con livelletta del 20x1000, presenta un tratto di 576 metri dove il piano del ferro è praticamente in piano con una lieve ascesa di livelletta 1,5x1000.
Nel punto di variazione del piano alla progressiva Km 58+491 sulla volta superiore è presente un pozzo di areazione che dall’interno termina all’esterno mediante una costruzione circolare munita di 6 finestroni protetti da grigliati.
In questo tratto la galleria corre a pochi metri di profondità rispetto alla superficie e di fatto il pozzo presenta un collo di 5/6 metri munito parzialmente al suo interno di una scaletta a pioli murati.
L’apertura ha ma soprattutto aveva, al tempo delle vaporiere, la funzione di garantire una miglior areazione del tunnel altrimenti contrastata dalla variazione dei piani presente nella parte iniziale del traforo.
La struttura esterna è visibile nei campi compresi tra il l’abitato di Nicciano e la frazione di San Michele sulla sponda destra del torrente Acquabianca.