Ponte sul torrente Tassonaro - Pieve S. Lorenzo (LU)
9 arcate da 21 metri
Il ponte si trova sul torrente Tassonaro a cavallo tra la Provincia di Massa e la Provincia di Lucca, ha inizio dopo la stazione di Minucciano-Pieve-Casola 65+919 e termina poco prima dell'imbocco della galleria Ugliancaldo 66+154.
Costruito quasi interamente in curva ha una estenzione di circa 200 metri, i materiali usati per la realizzazione sono essenzialmente pietra e marmo bianco che ne da pregiate rifiniture, le nove arcate da 21 metri appoggiano su massicce pile di sezione ovale, che secondo alcune testimonianze locali "tanto sono furi quanto sono sotto".
Negli anni '80 è stato sottoposto a lavori di consolidamento riguardanti la prima arcata lato Lucca a causa di cedimenti del terreno sottostante che hanno determinato oltre ad alcune fessurazioni leggeri slittamenti tra le colate di cemento dell'arco.
Dal 2011 la seconda e la terza arcata versante Lucca sono rinforzate da apposite strutture metalliche per garantire il passaggio dei convogli merci (vedi la pagina "Le Notizie e i Lavori").
LA STORIA
Il ponte fu costruito tra il 1933 e il 1936.
I piloni, dove appoggiano le arcate in cemento dello spessore di un metro, hanno un altezza di circa 30 metri e una larghezza di 5,5 metri; durante le opere di costruzione, a causa della presenza di banchi di argilla che avrebbero compromesso la stabilità del viadotto stesso, si scavarono profonde fondazioni fino a 35 metri di profondità sotto il livello del torrente Tassonaro.
Tutte le pietre e il marmo che servirono per la costruzione dell'opera furono portate dalle cave di Equi Terme.
Durante il secondo conflitto mondiale la struttura fu sottoposta a diversi bombardamenti da parte degli Alleati che però, grazie anche alla fortunata posizione del ponte, non andarono a buon fine; sulla seconda arcata lato Aulla sono ben visibili i danneggiamenti bellici causati dai mitragliamenti aerei o dalle schegge delle bombe deflagrate nelle vicinanze.
Scampato ai bombardamenti il ponte usci incolume anche dal sabotaggio da parte dei tedeschi che decisero di minare il viadotto in caso di una ritirata dalla linea Gotica in Garfagnana, sorte invece che non tocco a molti altri viadotti della ferrovia come quello nei pressi della stazione di Villetta-San Romano che fu reso inagibile.