Stazione di Pallerone 86+016 (dismessa)
La stazione di Pallerone che un tempo svolgeva un ruolo fondamentale come scalo merci per la vicina polveriera della MM oggi risulta dismessa; la causa del pensionamento sta essenzialmente nella vicina posizione con la città di Aulla.
L'intera area compresi gli stabili sono in completo abbandono con vistosi segni di degrado, la folta vegetazione copre completamente l'intera superficie dove un tempo erano disposti i binari di ricovero e di scambio serventi l'ex complesso produttivo della Marina Militare chiuso definitivamente nel 1996.
Durante il Secondo Conflitto Mondiale qua giungevano i treni militari carichi di bozzoli pronti ad essere riforniti di esplosivo nel Polverificio per poi essere trasportati all'Arsenale di La Spezia.
Galleria fotografica
Galleria fotografica d'epoca
A Pallerone
La vecchia Polveriera
Lo stabilimento nasce come Polveriera della Marina Militare già diversi anni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel paese di Pallerone (MS).
Scampata ai bombardamenti del Secondo conflitto Mondiale negli anni successivi fu interessata da diversi cambi di produzione e riduzione di personale fino alla definitiva chiusura avvenuta nel 1996.
Lasciata abbandonata al degrado subisce (grazie alle amministrazioni comunali e provinciali), da prima, lo scempio della Cjmeco ed in secondo un piano di rivalutazione dell'area che in buon stile Italiano invece di salvaguardare e ristrutturare i vecchi edifici preferisce radere tutto al suolo e ricostruire in prefabbricato (giudizio personale "orribile").
Scampata ai bombardamenti del Secondo conflitto Mondiale negli anni successivi fu interessata da diversi cambi di produzione e riduzione di personale fino alla definitiva chiusura avvenuta nel 1996.
Lasciata abbandonata al degrado subisce (grazie alle amministrazioni comunali e provinciali), da prima, lo scempio della Cjmeco ed in secondo un piano di rivalutazione dell'area che in buon stile Italiano invece di salvaguardare e ristrutturare i vecchi edifici preferisce radere tutto al suolo e ricostruire in prefabbricato (giudizio personale "orribile").
Lo stabilimento era raccordato alla ferrovia Lucca Aulla nella vicina stazione di Pallerone.
Nella fermata erano presenti i lunghi binari di sosta serventi i convogli merci in arrivo ed in partenza per l'Arsenale Militare; da questi, nel versante Aulla, si staccava il binario, che dopo aver passato il cancello di recinzione FS, giungeva agli scali nord e sud siti all'interno della Polveriera. Nonostante le sedi siano completamente ricoperte da fitta vegetazione le rotaie sono ancora presenti e in alcuni punti visibili. |
La storia delle industrie del materiale esplodente in quello che è oggi il comune di Aulla ebbe inizio probabilmente intorno al 1640, nell'allora feudo di Aulla, appartenente ai Centurione, governato in qualità di reggente da Marco Centurione che acquistò poderi e impiantò industrie fra cui una polveriera a Gorasco, contando sulla licenza di vendita e di commercio delle polveri nello stato genovese. L'attività della polveriera di Gorasco è documentata da vari atti fino al 1653, successivamente, anche se non sono reperibili documenti, è probabile che continuò ad operare fin quando poté contare sulla protezione dei Centurione, cioè fino alla fine del secolo XVII quanto essi persero il feudo. Per il riavvio di questo tipo di attività nel territorio di Aulla dobbiamo aspettare il 14 ottobre 1916, quando si costituì a Torino la Società Italiana Esplosivi e Munizioni, istituita espressamente per la costruzione e l’esercizio di uno stabilimento a Pallerone per la fabbricazione della solenite. Nel dicembre del 1917 la società presentò al Ministero delle Armi e Munizioni la domanda per ottenere il decreto di occupazione ed esproprio dei terreni. Nella relazione presentata lo stabilimento doveva consistere in due gruppi di fabbricati: il primo comprendente i laboratori e le officine, il secondo i reparti destinati alla fabbricazione dei prodotti esplosivi intermedi e della solenite. Il secondo gruppo a sua volta era diviso in tre sottogruppi: il primo costituito dai fabbricati e dai laboratori per la fabbricazione della nitroglicerina, il secondo da quelli per la preparazione della nitrocellulosa ed il terzo infine da quelli da destinare alla preparazione e finitura della solenite. L'impianto doveva essere portato a termine in due riprese facendo preparare provvisoriamente le gallette per la solenite nello stabilimento di Boceda della SAEPC. Nel 1918 si costruì lo stabilimento per la produzione della solenite e della balestite, ma a dicembre il polverificio, che aveva operato solo per pochi mesi, chiuse perché la fine della prima guerra mondiale determinò una drastica riduzione della richiesta di questi prodotti. Lo stabilimento di Pallerone rimase inattivo a livello produttivo, ma
continuò a funzionare come deposito di esplosivi fino al 1924 quando la fabbrica riprese la produzione, vennero costruiti cinque nuovi depositi e si operarono nuove
assunzioni. Dopo il 1925 la documentazione relativa allo stabilimento è scarsissima probabilmente perché legata al segreto militare. Nel 1935 fu incorporato dalla SGEM assieme alla fabbrica di Boceda e ad altri stabilimenti. Seguì un nuovo periodo di crisi nel 1936/37 ma l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940 diede nuovo impulso alla fabbricazione di materiale bellico. Il 12 novembre del 1940 alle 9.50, avvenne l'incidente più grave nella storia del polverificio, esplose un essiccatoio della polvere, l’incendio non si propagò al resto del complesso grazie ai muri spartifiamma, ma morirono cinque persone e di due di esse, che stavano lavorando all’interno dello stabile esploso, non fu più trovata la minima traccia. Nella prima metà del 1941 le assunzioni continuaronocon un ritmo quasi frenetico. Durante il conflitto i
continui bombardamenti che rasero quasi completamente al suolo Aulla interessarono marginalmente lo stabilimento che subì solo pochi danni. Dopo l’ 8 settembre 1943 fu occupato dai Tedeschi che lo controllarono fino alla liberazione.
continuò a funzionare come deposito di esplosivi fino al 1924 quando la fabbrica riprese la produzione, vennero costruiti cinque nuovi depositi e si operarono nuove
assunzioni. Dopo il 1925 la documentazione relativa allo stabilimento è scarsissima probabilmente perché legata al segreto militare. Nel 1935 fu incorporato dalla SGEM assieme alla fabbrica di Boceda e ad altri stabilimenti. Seguì un nuovo periodo di crisi nel 1936/37 ma l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940 diede nuovo impulso alla fabbricazione di materiale bellico. Il 12 novembre del 1940 alle 9.50, avvenne l'incidente più grave nella storia del polverificio, esplose un essiccatoio della polvere, l’incendio non si propagò al resto del complesso grazie ai muri spartifiamma, ma morirono cinque persone e di due di esse, che stavano lavorando all’interno dello stabile esploso, non fu più trovata la minima traccia. Nella prima metà del 1941 le assunzioni continuaronocon un ritmo quasi frenetico. Durante il conflitto i
continui bombardamenti che rasero quasi completamente al suolo Aulla interessarono marginalmente lo stabilimento che subì solo pochi danni. Dopo l’ 8 settembre 1943 fu occupato dai Tedeschi che lo controllarono fino alla liberazione.
Istituto Comprensivo "D. Alighieri" Aulla - Classe 2° A
Alcune Curiosità
- Si racconta che negli anni in cui l'Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale la Polveriera di Pallerone fosse molto attiva, per far fronte alla mole di lavoro, all'interno dello stabilimento, lavoravano molti uomini di cui tanti erano dei paesi del pioero; gente che durante il giorno del Santo Patrono chiese un giorno di ferie per i festeggiamenti.
Fu proprio in questo giorno che all'interno della polveriera vi fu una grande esplosione che causò diversi morti. Tutti gli uomini che avevano scelto di festeggiare San Martino si salvarono attribuendo così al Santo il merito di averli protetti.
- Il sottufficiale Josef Schiffer, durante l'occupazione nel 1944/45, si comportò in modo molto umano con la popolazione locale di Pallerone.
Al momento della ritirata del suo esercito sconfitto, quel soldato aveva disobbedito all'ordine di far saltare la polveriera di cui, come maresciallo artificiere, era responsabile, per evitare alla popolazione altre gravi sofferenze e distruzioni. In effetti, minò la polveriera, ma ebbe cura di far passare le lunghe micce dentro alcune siepi, e lì sotto le tagliò: così, nel caso di un controllo superiore, tutto sarebbe apparso in regola, però il pericolo per il paese era sventato.
Fu proprio in questo giorno che all'interno della polveriera vi fu una grande esplosione che causò diversi morti. Tutti gli uomini che avevano scelto di festeggiare San Martino si salvarono attribuendo così al Santo il merito di averli protetti.
- Il sottufficiale Josef Schiffer, durante l'occupazione nel 1944/45, si comportò in modo molto umano con la popolazione locale di Pallerone.
Al momento della ritirata del suo esercito sconfitto, quel soldato aveva disobbedito all'ordine di far saltare la polveriera di cui, come maresciallo artificiere, era responsabile, per evitare alla popolazione altre gravi sofferenze e distruzioni. In effetti, minò la polveriera, ma ebbe cura di far passare le lunghe micce dentro alcune siepi, e lì sotto le tagliò: così, nel caso di un controllo superiore, tutto sarebbe apparso in regola, però il pericolo per il paese era sventato.
Avvenire 2007
Il presepe meccanico
Lungo la strada per Fivizzano, ancora nel comune di Aulla, si trova Pallerone, storico borgo lunigianese. Nella cucina dell’antico palazzo marchionale, accessibile dal portico della chiesa di San Tommaso Beckett si trova il suggestivo presepe meccanico di Pallerone.
Realizzato per la prima volta durante il Natale del 1935 con materiali di recupero come ruote di bicicletta, corde e un motore ricavato da un ventilatore, il presepe crebbe nei decenni grazie alla passione dei palleronesi, che lo ricostruirono e ammodernarono. A partire dagli anni Cinquanta vennero aggiunte nuove scene movimentate, ma il presepe come lo vediamo oggi cominciò a prendere forma nel 1968, grazie all’impegno del Geom. Silvio Baldassini e di tutta la popolazione. Nel 1999 venne intrapresa l’ultima ricostruzione che ci permette oggi di ammirare un’opera unica nel suo genere, che in sette minuti ci mostra il passaggio del giorno alle notte, l’acqua corrente del ruscello e la cascata nel lago, il roteare delle pale della macina del mulino, la processione dei pastori, l’arrivo della stella cometa…
Nella sala d’attesa poi è allestito un piccolissmo ma suggestivo museo di manufatti dei primi presepi dal 1935 in poi, insieme all'antico motore del 1937, la storia fotografica dei presepi e il motore del primo orologio del campanile risalente alla fine dell'ottocento.
Informazioni: 333 1629101
Apertura: tutto l’anno: 8.00 – 12.00; 13.30 – 18.30
Entrata ad offerta.
Realizzato per la prima volta durante il Natale del 1935 con materiali di recupero come ruote di bicicletta, corde e un motore ricavato da un ventilatore, il presepe crebbe nei decenni grazie alla passione dei palleronesi, che lo ricostruirono e ammodernarono. A partire dagli anni Cinquanta vennero aggiunte nuove scene movimentate, ma il presepe come lo vediamo oggi cominciò a prendere forma nel 1968, grazie all’impegno del Geom. Silvio Baldassini e di tutta la popolazione. Nel 1999 venne intrapresa l’ultima ricostruzione che ci permette oggi di ammirare un’opera unica nel suo genere, che in sette minuti ci mostra il passaggio del giorno alle notte, l’acqua corrente del ruscello e la cascata nel lago, il roteare delle pale della macina del mulino, la processione dei pastori, l’arrivo della stella cometa…
Nella sala d’attesa poi è allestito un piccolissmo ma suggestivo museo di manufatti dei primi presepi dal 1935 in poi, insieme all'antico motore del 1937, la storia fotografica dei presepi e il motore del primo orologio del campanile risalente alla fine dell'ottocento.
Informazioni: 333 1629101
Apertura: tutto l’anno: 8.00 – 12.00; 13.30 – 18.30
Entrata ad offerta.
terredilunigiana.com